Le ipotesi di reato contestate dalla Procura della Repubblica di Roma ad un’ex amica dell’allora Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, se confermate nelle successive fasi dell’iter giudiziario, potrebbero rivelarsi il primo caso di violenza femminile contro un uomo ad aver condizionato addirittura l’andamento di un governo: se la presunta vittima fosse stata una donna sicuramente il dibattito sulla violenza di genere sarebbe stato furente, purtroppo chi ha subito è un uomo all’epoca Ministro della Repubblica in carica. Nei giorni scorsi la procura della capitale ha notificato all’imprenditrice l’atto di chiusura delle indagini sui fatti che l’hanno legata all’ex ministro, la donna è accusata di stalking, lesioni, interferenze illecite nella vita privata e diffamazione ai danni del giornalista, ora inviato Rai, che risulta parte lesa così come la moglie Federica Corsini e l’ex capo di gabinetto del dicastero, Francesco Gilioli. All’imprenditrice è, inoltre, contestato il reato di false dichiarazioni nel curriculum redatto per l’organizzazione di eventi. L’inchiesta che fu aperta nell’estate del 2024 è relativa a fatti che si sarebbero verificati per circa un anno, i magistrati contestano pressioni psicologiche, controllo ossessivo e tentativi di condizionamento della vita pubblica e privata di Sangiuliano, tanto da aver generato nell’ex Ministro uno stato di ansia, paura e stress prolungato, costringendolo a modificare le proprie abitudini di vita, a limitare la presenza in eventi pubblici e a rassegnare le dimissioni da ministro. Tra i vari episodi contestati alla donna: l’accesso non autorizzato al cellulare personale di Sangiuliano, la sottrazione della fede nuziale, la pubblicazione sui social di immagini private senza consenso e infine una ferita alla testa che costrinse il Ministro a portare una medicazione.
sp