Il maschicidio di Alessandro Venier non è stato solo un assassinio premeditato commesso (forse) da due donne, la moglie e la madre dell’uomo ucciso, ma dai particolari che man mano emergono si tratta di un vero e proprio film horror tramutato in orribile realtà. La madre Lorena Venier , infermiera di 61 anni, che nel garage della sua casa a Gemona del Friuli ha sezionato il figlio in tre parti, durante l’udienza di convalida dell’arresto davanti al Gip del Tribunale di Udine ha raccontato che il figlio è stato prima stordito con dei farmaci e poi, per renderlo definitivamente inerme, gli ha fatto due iniezioni di insulina, dopo hanno tentato di soffocarlo con un cuscino, poi sarebbe stato strangolato dalla moglie Mailyn Castro Monsalvo che per finirlo avrebbe usato dei lacci delle scarpe. Nel garage è stato sistemato un lenzuolo e poi con un seghetto il corpo è stato sezionato dalla madre, dopo i pezzi del cadavere suddiviso in tre parti sono stati riposti nel bidone degli oli esausti e coperti di calce, l’intenzione era quella di disperderli nel bosco. Alessandro Venier, che era papà di una bimba di 6 mesi, è stato fatto a pezzi con precisione, sul luogo del maschicidio non sono stati trovati molti schizzi di sangue. La madre assassina ha anche raccontato che la moglie gli chiedeva di uccidere il figlio da mesi, fin dal giorno della nascita della loro bambina, nel mese di gennaio. Una versione che contrasta con le affermazioni della madre, rea confessa, è quella della difesa della moglie la quale ha delle ecchimosi sul braccio che, stando alla tesi difensiva, si sarebbe procurata nel vano tentativo di fermare la suocera. Inoltre da una telefonata al 112 emerge che è stata lei ad avvertire le forze dell’ordine lo scorso 31 luglio forse contro il volere della suocera. La Procura di Udine ha disposto l’autopsia dei resti di Venier che con la moglie si stava per trasferire in Colombia, paese di origine della coniuge. La Procura della Repubblica di Udine contesta l'omicidio pluriaggravato dal rapporto tra autrici e vittima, dalla premeditazione e dall'aver commesso il fatto alla presenza di un minore. La moglie si trova in una struttura protetta a Venezia così come chiesto dalla difesa dove tuttora accudisce la bimba di 6 mesi avuta dall’uomo, la madre è rinchiusa nel carcere di Trieste.