“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche , di condizioni personali e sociali”, così dispone l’articolo 3 della Costituzione, il Senato della Repubblica ha deciso all’unanimità di non rispettare questa norma, facendo una netta distinzione tra maschi e femmine, i senatori hanno approvato un disegno di legge secondo il quale gli assassini devono avere un trattamento diverso che varia sulla base del sesso della vittima, dipende se la persona uccisa è un uomo o una donna. Dopo la votazione unanime, di fronte a questa norma discriminatoria, l’aula ha persino applaudito, il Senato l’ha licenziata con 161 favorevoli, nessun astenuto e nessun contrario, adesso il testo passa all’esame della Camera. Il disegno di legge è stato presentato dal ministro della Giustizia al Consiglio dei Ministri lo scorso marzo, esso prevede che venga aggiunto l’articolo 577 bis al codice penale che disciplina il femminicidio come reato autonomo  e punisce con l’ergastolo chiunque uccida una donna, “commettendo il fatto come atto di discriminazione o di odio verso la vittima in quanto donna, ovvero qualora il fatto di reato sia volto a reprimere l’esercizio dei diritti, delle libertà ovvero della personalità della donna“. Vengono rafforzate le iniziative formative sui temi del contrasto alla violenza domestica e sulle donne e le tutele per i figli orfani di femminicidi, nulla viene previsto quando le vittime sono gli uomini e per i loro orfani