Sono tantissimi gli uomini vittima di violenza da parte delle donne, tantissimi i casi di stalking e di ferimenti anche gravi di cui quotidianamente (e quasi solitariamente) riferiamo, purtroppo non mancano i morti, probabilmente la diversa fisicità che caratterizza i due sessi spesso aiuta gli uomini nella legittima difesa ma ciò non sempre evita uccisioni commesse da mogli, compagne o fidanzate, maschicidi talvolta eseguiti con una freddezza efferata, finiti solo nelle brevi dei giornali e dimenticati da tutte o quasi le trasmissioni televisive, un’autocensura alla quale noi non vogliamo partecipare e per questo non potendo elencare tutti i casi di violenza, anche gravissima, subiti da mariti, fidanzati e compagni, ci limitiamo a ricordare gli uomini uccisi nel 2023 appena passato e i casi di maschicidio definiti in sede giudiziaria relativi a fatti avvenuti negli anni precedenti.
Rispettiamo le vittime di femminicidio e condanniamo la violenza ai danni delle donne, non vogliamo contrapporre i due fenomeni, ma ci sono anche questi maschicidi:
Si chiamava Romano Fagoni e aveva 60 anni, la moglie lo ha assassinato davanti al figlio quindicenne. Il fatto è avvenuto la sera del 28 gennaio a Nuvolento nel bresciano, si è consumato nella loro abitazione sita in Via Carlina. La maschicida si chiama Raffaella Ragnoli e ha 57 anni. Il ragazzo spaventato per quanto stava accadendo è uscito in strada chiedendo aiuto e poi ha chiamato il 112. La cinquantasettenne ha colpito una prima volta il coniuge, che dopo il primo colpo è caduto,poi si è messa a cavalcioni su di lui e ha continuato ad accoltellarlo, sei i colpi che sono stati complessivamente inferti uno dei quali, probabilmente quello mortale, alla carotide. Il giudice che ne ha disposto l’arresto ha ritenuto il comportamento pervicace messo in atto nonostante la forte perdita di sangue e le grida strazianti del figlio che ha assistito all’uccisione del padre.
Il 3 febbraio a San Giovanni in Persiceto (in provincia di Bologna) una donna di 76 anni ha assassinato il marito Renzo Marchesi di 78 anni. La tragedia si è consumata il 3 febbraio in via Sabin, nell’angolo di un parcheggio della zona industriale. La moglie ha accoltellato il marito in più parti del corpo mentre erano nella loro Nissan bianca. La moglie ha usato un coltello da cucina che poi avrebbe usato contro se stessa, colpendosi ai polsi e all’inguine ma non ha riportato ferite gravi .
Il 14 febbraio Tiziana Mirabelli, a Cosenza, ha ucciso il suo vicino di casa accoltellandolo 37 volte, l’uomo vittima del maschicidio si chiamava Rocco Gioffrè e aveva 75 anni. L’assassina prima di confessare ha tenuto nascosto il corpo nel suo appartamento in via Montegrappa per sei giorni, poi si è presentata dai carabinieri accompagnata da un avvocato rivelando di aver commesso il maschicidio.
Il quarto uomo vittima di maschicidio si chiamava Fausto Baldoni più volte aveva confessato di temere per la sua vita ma le istituzioni lo hanno lasciato solo, viveva nel terrore da almeno due anni. La donna con la quale Fausto Baldoni viveva, Alessandra Galea, lo ha ucciso a colpi di abat jour spaccandogli la testa. La macabra scoperta è avvenuta il 4 giugno quando i vigili del fuoco allertati per il silenzio dell’uomo sono dovuti intervenire nell’abitazione i dove viveva. “Più volte, l'uomo ha confidato ai familiari di temere per la propria vita, tanto da aver fatto sparire tutti i coltelli - ha riferito alla stampa l'avvocato dei parenti della vittima Angelo Franceschetti. - temeva anche di essere avvelenato e spesso viveva chiuso in una stanza, quando lei era in casa".
La quinta vittima si chiamava Maurizio Tessari, aveva 46 anni, la compagna lo ha assassinato accoltellandolo alla schiena. Il maschicidio è avvenuto a San Bonifacio, in provincia di Verona, nel pomeriggio di martedì 20 giugno. La coltellata gli ha perforato un polmone, Tessari si è accasciato in Via Aleardi e prima di spirare è riuscito a dire di essere stato accoltellato. L'uomo quando ha capito che la sua vita fosse in pericolo ha cercato di mettersi in salvo, proprio il mattino del giorno prima dell’uccisione avrebbe allertato i carabinieri. L'assassina Vania Bonvicini già nell’aprile del 2017 fu protagonista di un altro episodio assai particolare, alla guida di un’auto impattò contro la moto sulla quale viaggiavano l’ex marito e la sua nuova compagna, tutti e tre se la cavarono con lievi ferite.
In questo caso sembrava un malore in realtà è stato un maschicidio, a commetterlo sarebbe stata la moglie. L’uomo ucciso si chiamava Rino Pezzullo, aveva 44 anni ed è stato assassinato lo scorso giugno a Vairano Patenora (in provincia di Caserta), secondo gli inquirenti sarebbe morto in seguito alle ferite infertegli dalla coniuge. Il maschicidio è avvenuto nella notte tra il 12 ed il 13 giugno quando dopo il ferimento la donna chiamò il 118, l'uomo morì dopo 4 giorni di agonia il 17 giugno. Rino Pezzullo sarebbe stato colpito violentemente al volto da un corpo contundente.
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La mandante del maschicidio di Salvatore Bramucci sarebbe stata la moglie, Elisabetta Bacchio di 46 anni, è la quarta persona finita in carcere per l'assassinio avvenuto il 7 agosto 2022 a Soriano nel Cimino (in provincia di Viterbo). I Carabinieri del comando provinciale di Viterbo la ritengono "la fonte originaria delle preziose informazioni necessarie al gruppo di fuoco per la pianificazione dell'azione delittuosa della quale, con ogni probabilità, è stata la principale ideatrice". Gli inquirenti sostengono che avrebbe fatto uccidere il marito da due sicari, ciò con la complicità della sorella.
Salvatore Bramucci fu ucciso mentre guidava la sua auto, gli esplosero contro diversi colpi d’arma da fuoco. Secondo le risultanze investigative avrebbero agito tre persone giunte sul luogo del delitto a bordo di due auto, una delle quali rubata. I killer si sono appostati in località Acquafredda-Basso della Campana, lì hanno atteso che l’uomo uscisse dalla casa in cui abitava e bloccando la strada lo hanno costretto a fermarsi per crivellarlo di colpi
E’ stata condannata a 23 anni la donna che il 23 maggio 2021 uccise il marito, l’imprenditore Dario Devincenzi di 63 anni, accoltellato a morte davanti ai due figli piccoli. Il maschicidio avvenne a Marzabotto in provincia di Bologna, l’assassina è Hanane Ben Sabeur, 45 anni. Devincenzi rimase oltre sei mesi in coma prima di morire nel dicembre del 2021. Il pubblico ministero Luca Venturi aveva chiesto 24 anni. "Speravo nell'ergastolo" commentò all’agenzia Ansa la sorella della vittima.
La Corte d’Assise di Trapani ha condannato a 21 anni di reclusione Vanda Grignani, 38 anni, colpevole del maschicidio di Cristian Favara, di 45 anni avvenuto nella notte tra il 30 e il 31 ottobre 2021 nell’appartamento sito in Via Avellone nel centro storico della città sicula che la coppia condivideva. La donna colpì due volte il fidanzato al petto usando un coltello da cucina, l’uomo si trovava agli arresti domiciliari, era coinvolto in fatti di droga da cui scaturì la morte di una persona, quando fu ucciso indossava il braccialetto elettronico e aveva l’obbligo di rincasare entro le 23.
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Il tribunale di Pavia ha condannato a 16 anni di carcere Barbara Pasetti per il maschicidio di Luigi Criscuolo, noto come “Gigi Bici”. La donna ha scelto il rito abbreviato dopo che aveva confessato l’assassinio: è stata condannata per omicidio volontario, occultamento del cadavere, detenzione illegale di arma e tentata estorsione. “Gigi Bici” scomparve l’otto novembre del 2021 e fu ritrovato morto il successivo 20 dicembre a Caligano, una frazione di Cura Carpignano, in provincia di Pavia. La Pasetti aveva confessato l’uccisione solo lo scorso ottobre, secondo gli inquirenti aveva tentato di ricattare la famiglia di Criscuolo prima che fosse ritrovato il corpo ma non era chiaro se e quale ruolo avesse avuto nel rapimento e nell’uccisione. Stando a quanto sostengono gli investigatori Pasetti aveva chiesto a Criscuolo di aggredire il suo ex marito, Andrea Toffano, gli aveva per questo consegnato una pistola l’otto novembre, ma Criscuolo si era presentato da lei per restituire l’arma perché non più intenzionato a partecipare al maschicidio e di fronte al rifiuto lei lo avrebbe ucciso con quella stessa pistola.
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Assassinò il marito con ben 14 coltellate: sono state rese note le motivazioni della sentenza per la quale stata condannata all’ergastolo l’autrice del maschicidio, Lucia Finetti di 54 anni.