La Procura di Pavia dopo 38 anni ha riaperto l’inchiesta relativa alla morte del quarantottenne Francesco Ancona, l’uomo la mattina dell’11 febbraio 1987 fu trovato morto in un campo nei pressi della Strada Provinciale 26, nelle vicinanze di Mortara. All’epoca si ritenne che si trattasse di un suicidio, oggi la Procura ipotizza un maschicidio premeditato, secondo l’ipotesi investigativa la moglie avrebbe ingaggiato un killer per uccidere il marito. Francesco Ancona era un operaio edile e all’epoca si ritenne che l'uomo si era fatto volontariamente investire da un camion. La moglie denunciò la scomparsa del marito la sera prima del ritrovamento del corpo, riferì che l’ultima volta lo aveva visto a Vigevano e che dovevano incontrarsi alla stazione per prendere un treno. I dubbi degli inquirenti sono relativi al fatto che l'uomo aveva ferite solo alla testa mentre il corpo era intatto e dall’autopsia non emersero elementi chiari circa le cause della morte. La Procura oggi ipotizza che la moglie, oggi settantacinquenne, sarebbe la mandante. Gli inquirenti ritengono che l’esecutore materiale sarebbe un settantenne che oggi vive a Vigevano, nei giorni scorsi è stata riesumata la salma che si trovava nel cimitero di Castellammare del Golfo (in provincia di Trapani), luogo d’origine dei due coniugi. Il pm Alberto Palermo ha nominato tre consulenti tecnici, secondo l’ipotesi accusatoria l’uomo sarebbe stato prima avvelenato, poi ferito con un corpo contundente, cosparso di benzina e poi investito con una betoniera