Sgravi contributivi solo alle mamme e non ai padri: la legge di bilancio 2024 ha previsto l’esonero della contribuzione previdenziale (9,19% della retribuzione), fino a un massimo di 3.000 euro annui da riparametrare su base mensile, per le donne che hanno almeno tre figli, eppure l’articolo 3 della Costituzione così dispone: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociale”. Un’ evidente discriminazione di genere ai danni dei papà avallata dalla politica e taciuta dai tanti benpensanti che spesso si esprimono su questi temi, evidentemente denunciare le discriminazioni subite dagli uomini non è trendy. L’agevolazione riguarda tutte le dipendenti del settore pubblico e privato (anche agricolo, in somministrazione e in apprendistato) con contratto a tempo indeterminato. Per il solo 2024 è esteso anche alle madri lavoratrici con due figli a carico, di cui il più piccolo sia di età inferiore ai 10 anni. Nel 2025 e nel 2026, invece, il beneficio è assegnato dalla nascita del terzo figlio e si conclude con il compimento del diciottesimo anno dell’ultimo figlio”. Il bonus si applica per tre anni, dal 2024 al 2026.

sa.pi.