Dopo che la diffusione dei cosiddetti “Paradise papers” ha acceso nuovamente i riflettori sulle oscure attività dell’industria finanziaria offshore, Amnesty International ha sollecitato i governi ad adottare misure urgenti contro l’evasione fiscale e i prepotenti tentativi di evitare il pagamento delle tasse da parte di singoli individui e aziende particolarmente influenti. 

 

“Quando non tutti pagano la loro parte di tasse, sono i poveri a soffrirne maggiormente. In un periodo in cui governi di ogni parte del mondo stanno tagliando le spese per la salute, l’istruzione, l’alloggio e i servizi sociali, è vergognoso che persone e aziende già ricche cerchino di sottrarsi al pagamento di miliardi di dollari al fisco”, ha dichiarato Ian Byrne, consulente di Amnesty International sui diritti economici, sociali e culturali. 

“I governi devono fare di più contro i paradisi fiscali e i consulenti, i fiscalisti e gli avvocati che vi collaborano. Abbiamo ascoltato troppe promesse rivelatesi vuote. È il momento di agire”, ha commentato Byrne. 

L’evasione e l’elusione fiscale privano i governi di molte delle entrate necessarie a garantire quei diritti economici e sociali che essi sono vincolati a realizzare, tra cui il diritto ai beni e ai servizi che consentono di condurre una vita in dignità, di avere un posto decente dove vivere, di ricevere cure mediche e istruzione adeguate e di beneficiare di un appropriato livello di assistenza sociale. 

“Le sconcertanti rivelazioni contenute nei ‘Paradise papers’ e lo scandalo che hanno suscitato dovrebbero sollecitare la comunità internazionale a trovare soluzioni globali contro gli abusi legati alle tasse e a chiamare i responsabili a risponderne”, ha proseguito Byrne. 

“Far sì che le persone più ricche e le imprese più potenti paghino il giusto è un obbligo che abbiamo di fronte persone più vulnerabili del pianeta”, ha concluso Byrne. 

Ulteriori informazioni 

I “Paradise papers”, 13.400.000 documenti divenuti pubblici, contengono dettagliate descrizioni sulle operazioni finanziarie offshore di centinaia di esponenti politici, celebrità, persone ricche e imprese multinazionali. 

Dei documenti è inizialmente entrato in possesso il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung che li ha a sua volta messi a disposizione dell’International Consortium of Investigative Journalists (Icij). All’inchiesta che ne è seguita hanno collaborato 96 organi d’informazione tra i quali la BBC, il Guardian e il New York Times. Altre rivelazioni sono attese nei prossimi giorni.